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Fabio Faraone, il nostro amichevole Superman di quartiere

Oggi vi presentiamo un impersonator “di un altro pianeta”: Fabio Faraone, nerd fino al midollo, per gli amici ormai “Clark”, nasce nella cittadina di Tivoli a due passi da Roma, il 25 Marzo 1987.

25 Marzo… una data voluta dal destino. Nell’universo Tolkeniano, la data del 25 Marzo corrisponde alla disfatta di Sauron… nel 2016, il 25 Marzo esce al cinema “Batman V Superman”… insomma, forse era scritto da sempre nelle stelle, fatto sta che le sue principali passioni vertono principalmente su due fronti: il Medieval Fantasy, e il mondo dei Supereroi.

Non si direbbe a guardarlo ora, ma Fabio ha avuto un’infanzia difficile, come avviene per tutti i bambini in forte sovrappeso… non è facile accettarsi e non è facile fronteggiare atti di bullismo più o meno gravi. Ma un bambino che soffre tanto, diventa un bambino che sogna forte. Grazie ai cartoni animati, alle sigle di Cristina d’Avena, ai miti dei cavalieri che montano bianchi destrieri e sfidano draghi malvagi, alle avventure dei Supereroi, alle imprese di Goku… grazie a tutto questo il bambino non ha mai smesso di sognare, e l’adulto non ha mai smesso di essere quel bambino. Grazie a tutto questo, un giorno, quel ragazzo grassottello ormai adolescente si iscrive in palestra e… non ne esce più. Diventerà un Personal trainer, coronando il tutto con due lauree in Scienze Motorie.

Ma soprattutto, grazie al cosplay, diventerà Superman…






Come hai scelto il tuo nickname?

“The Son of Krypton” mi è venuto abbastanza naturale dai

Hai sempre avuto passione o quanto meno interesse nel fare il Cosplay?

In realtà è una passione nata tardi… avevo gia 26-27 anni quando ho iniziato.

Quando è stata esattamente la prima volta che hai deciso di creare un Cosplay?

Avevo per l’appunto 26 anni o giù di li. Tutti, tra gli amici e i colleghi, scherzavano riguardo la mia somiglianza con Christophere Reeve chiamandomi Clark. Siccome proprio come lui sono realmente miope, era giunto il momento di cambiare gli occhiali… e invece scegliere una montatura tradizionale, ho optato per gli occhialoni alla Clark Kent. In concomitanza con tutto ciò, i miei amici per il compleanno mi regalarono una maglia di Superman per allenarmi. A quel punto, la storia si è scritta da sola… maglia di Superman, camicia bianca sbottonata sopra, occhialoni, capello sistemato con la riga… e via, al Romics, per il mio primissimo Cosplay che, seppur molto semplice, riscosse abbastanza successo.

Quali cosplay hai realizzato fino ad ora?

Finora solo l’Uomo d’Acciaio… ma ho altri progetti. Su tutti: Geralt di Riva (The Witcher), Maverick (Top Gun), Gohan Supremo (Dragon Ball), e Ryu (Street Fighter).

Per quanto riguarda i vestiti e gli accessori preferisci crearli o acquistarli?

Preferisco crearli, ma avvalendomi dell’aiuto di persone piu competenti di me, che fanno questo per mestiere. Mi piace avere potere decisionale sul risultato finale, ma affidandomi ai professionisti.

Secondo te come si diventa dei bravi Cosplayer? Ci sono persone nel settore o anche modelli a cui ti sei ispirato/a?

Secondo me diventi un bravo Cosplayer quando entri nel personaggio, quando abbandoni la realtà e ti immergi nella fantasia, facendo in modo che indossare un costume non sia un hobby ma un’esperienza. Per molti cosplayer nutro stima, ammirazione, e nei migliori dei casi amicizia e affetto. Però no… non mi sono mai ispirato a nessuno. Sono fermamente convinto che sia necessario entrare nel personaggio, per distinguere il Cosplay dal Carnevale.

Quindi il mio modello di ispirazione è Superman. Quando indosso il mantello io sono Clark. Penso come Clark, mi muovo e agisco come lui farebbe. Non sto partecipendo a un evento, sto vivendo un’avventura. È diverso. Ed è la cosa più bella del mondo.

Ultimamente si parla molto degli original, secondo alcuni snaturano il senso del cosplay, tu come la pensi?

Snaturare? Semmai gli danno valore… Viva la creatività, viva il coraggio di distinguersi quando se ne avverte la necessità.

Prendi parte a tanti eventi? Se “si”, quale di questi preferisci?

Ci provo… a causa del lavoro spesso non riesco a partecipare a tutti gli eventi. Quali preferisco? Ovviamente Lucca, e poi sono particolarmente affascinato dalla Festa dell’Unicorno.

Secondo te, come si è evolto il cosplay negli ultimi anni?

Sono tra gli ultimi arrivati… sarei un falso a fare paragoni con gli anni precedenti, durante i quali non appartenevo a questo mondo. Però negli eventi vedo persone felici… vedo adulti che tornano bambini e vedo bambini che, nonostante i tempi, sanno ancora sognare. Quindi non so come fosse il cosplay prima… ma se questi sono i risultati, si è evoluto certamente nel migliore dei modi.

Basandoti sulle tue esperienze, si può parlare oggi di “Industria” legata ai Cosplay? 

Attorno al cosplay c’è tanto lavoro, e questo lavoro è caratterizzato dalle più svariate figure professionali. Col tempo è diventato un business importante e sicuramente si può parlare di “industria” legata al cosplay. Di conseguenza, molte persone ci guadagnano… e non vedo cosa ci sia di male. A parer mio è giusto che il tempo impiegato per fare qualcosa venga in qualche modo retribuito. Nessuno sta togliendo nulla al prossimo… anzi, quando scendono in campo i professionisti la differenza si nota, e ne giovano tutti.

Come si “connette” la tua creatività Cosplay nella tua vita sociale, privata e professionale?

Bella domanda. Quando interpreti dei personaggi, quelli vivono in te. La società ti mette di fronte alla dura realtà, e le difficoltà sono tante. Ma noi non siamo solo un numero… non siamo solo delle pedine mosse dall’industria del lavoro, dal consumismo, dalla routine. Siamo soprattutto i libri che leggiamo, siamo i film che vediamo, siamo i personaggi che intepretiamo. Nella buona e nella cattiva sorte, di fronte sia alle belle notizie che ai momenti di difficoltà, Fabio e Clark affrontano la vita insieme. Non dico che non sia possibile scindere il cosplay dalla vita reale… ma sono certo che non ne valga la pena. Questa “connessione”, è ciò che ci distingue davvero… quando per strada vedi un sognatore, lo riconosci… e allora facciamoci riconoscere!

Non trovi stressante a volte, o quanto meno ti è mai capitato, di imbatterti in persone che ti criticano per il modo in cui fai Cosplay?

Molte persone non hanno una cultura adeguata per apprezzare tutto ciò che è fuori dal coro, e neanche un’educazione tale da rispettare comunque ciò che non gli appartiene.

È stressante… ma per loro.

Se la mia vita mi piace e sono realmente felice e realizzato, non ho la voglia ne il tempo per giudicare il prossimo. Chi lo fa è triste, ha una vita vuota, e provo molta pena per queste persone.

Secondo te che impatto hanno avuto i social network e lo streaming nella diffusione del cosplay?

DEVASTANTE. Ma in senso positivo.

Come esprimi, oltre al Cosplay, la tua creatività?

Attraverso la lettura, i film, i fumetti, i manga, i viaggi, e un giusto e misurato utilizzo della tecnologia. Ma soprattutto attraverso lo sport.

Hai qualche aneddoto particolare che ti è successo in ambito cosplay che vuoi raccontarci?

I ricordi più dolci sono legati agli eventi di beneficenza e al sorriso regalato ai bambini in ospedale. In quei momenti ho capito davvero quanto i sogni siano necessari per difenderci dalla realtà.

Ci sono dei consigli che vuoi dare a coloro che vogliono provare o hanno già tentato di fare il Cosplayer?

Buttatevi, osate, e divertitevi.

Se volete conoscere un po’ il caro Fabio e spiccare il volo insieme a lui, vi consigliamo di visitare il suo account: instagram.com/the__son__of__krypton/

L’articolo Fabio Faraone, il nostro amichevole Superman di quartiere proviene da CorriereNerd.it.

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