Il termine giapponese “Kigurumi” si riferisce al fenomeno del gioco delle bambole viventi, dove individui indossano costumi completi con calzamaglia e maschera di resina che raffigura un personaggio umano dei manga. Questa pratica, diffusa in Giappone e in Occidente, presenta delle differenze significative rispetto al Cosplay, in cui i partecipanti si travestono da personaggi senza utilizzare maschere complete e calzamaglie.
Nei Kigurumi, il costume è completo e viene indossato sopra una calzamaglia che copre interamente il corpo, incluso il volto e le mani. La maschera, realizzata solitamente in casa in modo molto dettagliato e preciso, è fatta di resina e riproduce le fattezze di un personaggio umano dei manga. Al contrario, nel Cosplay, i costumi possono essere parziali e non c’è l’obbligo di utilizzare una maschera completa.
Mentre in Occidente si possono trovare esempi simili di Kigurumi nelle mascotte che animano parchi a tema come Disneyland e Gardaland, in Giappone questa pratica è particolarmente diffusa durante le fiere del fumetto, dove i Dollers, coloro che praticano il Kigurumi, si esibiscono con costumi elaborati e maschere dettagliate.
Le maschere di resina utilizzate nei Kigurumi sono spesso realizzate artigianalmente e possono raggiungere prezzi elevati, superando anche i 1000 $. Questo costoso processo di creazione contribuisce alla rarità e al valore delle maschere nel mondo del Kigurumi.
In conclusione, il Kigurumi rappresenta una forma particolare di cosplay in cui l’attenzione ai dettagli e la completezza del costume creano un’esperienza unica sia per chi lo pratica che per chi ne rimane affascinato. La pratica dei Dollers, con le loro maschere di resina e costumi complessi, continua a suscitare curiosità e interesse tra gli appassionati del mondo dei manga e delle fiere del fumetto.
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