Cosplay Italian Community

Cosplayer: quelli tra manga e realtà

Il Cosplay da fenomeno di nicchia a fenomeno di massa: nel 1997 era poco più che un simpatico espediente per assicurarsi un ingresso gratuito alla fiera, oggi è diventato un vero e proprio fenomeno in continua evoluzione. Il fenomeno Cosplay nasce nel 1981 a Tokyo, anche se in realtà già dagli anni ’20 si possono rintracciare in Giappone sporadici fenomeni di imitazione del vestiario di alcuni protagonisti di strisce fumettistiche da parte di giovani generazioni nipponiche. Allora il fenomeno consisteva solo nell’indossare semplicemente un cappello o una maglietta del proprio personaggio preferito, ed era ben lungi da quello che sarebbe diventato qualche decennio più tardi.
 

Il Cosplay è un fenomeno complesso e sarebbe riduttivo e insensato ritenerlo un mero mascherarsi ispirandosi a personaggi di manga, anime o videogiochi. Il termine Cosplay,costume (“costume”) e play(“interpretare”, “recitare”), e rimanda perciò ad un’attività che consiste nell’indossare un costume che rappresenti un personaggio riconoscibile in un determinato ambito e interpretarne il modo di agire. infatti, trae origine dall’unione delle parole

 

Fare Cosplay è un concetto diverso dal mascheramento fine a sé stesso, è una fantasia che si deve tradurre in realtà, e per far si che ciò avvenga ha bisogno di almeno due dimensioni fondamentali, la prima teorica, ovvero uno studio minuzioso, quasi maniacale, di ogni dettaglio del personaggio( psiche, vestiti, movenze), che culmina in una vera e propria “immersione” psicologica; la seconda di carattere più pratico,ovvero tutta quella fase di ricerca dei materiali più adatti e dell’assemblaggio del costume, che a volte richiede anche diversi mesi per essere reso nella maniera più realistica possibile; il tutto, ovviamente, deve essere accompagnato da una componente passionale molto elevata per riuscire al meglio.

 
 

Nel Cosplay c’è una vera e propria metamorfosi degli appassionati, che da fruitori passivi ne diventano protagonisti attivi in tutto e per tutto, fino ad immedesimarsi nei panni dei propri personaggi e ad essere “loro”, almeno per un giorno. Il momento più sentito è sicuramente quello dei Contest, delle gare in cui singolarmente o in gruppo, i cosplayers si sfidano non solo a suon di costumi ma anche, e soprattutto, di esibizioni che durano qualche minuto e possono andare da semplici performance di canti o balli, a delle coreografie studiante in maniera professionale e realizzate egregiamente. E’ in queste gare che si estrinseca tutto il fascino e il magnetismo di cui il Cosplay è capace, tanto da riuscire ad attirare centinaia di spettatori di ogni età, la cui emozione è facilmente ravvisabile dai volti e dalla mole impressionante di foto che scattano ai propri beniamini in carne ed ossa.

 
 

La cosa che più colpisce gli occhi di un profano è il clima di amicizia,socievolezza e disponibilità che si respira in queste gare, vedere sfidanti che si sostengono e spesso si aiutano scambiandosi consigli a vicenda, è un esempio di fairplay che nulla ha da invidiare e, anzi, forse ha molto da insegnare a competizioni maggiormente blasonate come quelle sportive. In questi ultimi anni l’influenza della cultura Giapponese sulla cultura “popolare” Occidentale è sotto gli occhi di tutti, ha attraversato i campi più disparati, dai libri ai fumetti, dalla cucina alla moda passando per la musica e i cartoni animati, a volte arricchendoli, a volte ridefinendoli completamente.

 

Il passaggio del Cosplay da fenomeno di nicchia a fenomeno di massa, deve certamente il suo tributo al numero di prodotti giapponesi sempre maggiore che ha colpito nel nostro paese un target di persone molto ampio, che va dagli adolescenti e arriva fino ai trenta/quarantenni. Ad alimentare questo processo c’è anche un fenomeno come quello della rimediazione, nata in questo caso dal successo di tali prodotti, è sempre più frequente vedere prodotti che nascono come videogiochi, si trasformano in fumetti, diventano libri e, a volte, addirittura film per il cinema. Come il caso del celebre videogioco Resident Evil, che dal suo esordio nel 1996 può ormai vantare al suo attivo più di dieci titoli video ludici, circa otto romanzi e tre produzioni cinematografiche.

 

Questa pacifica invasione nipponica ha portato con sé non solo cartoni animati, manga, e videogiochi, come la Playstation, divenuta negli anni, un vero e proprio oggetto di culto e simbolo di intere generazioni di appassionati, ma anche tutta una serie di merchandising ad essi collegato, e che ha contribuito alla creazione di un vasto schieramento di estimatori, in gergo definiti Otaku,con il quale si è andata a colmare la mancanza di quel sostrato culturale, necessario affinché un fenomeno come il Cosplay potesse attecchire in un contesto culturale tanto lontano quanto diverso come quello Italiano.

 
 

Anche Internet ha sicuramente giocato, e gioca tutt’ora, un ruolo fondamentale nella diffusione della cultura Cosplay, con centinaia di siti dedicati, tramite i quali è possibile acquistare materiali, condividere conoscenze e consigli sulla realizzazione dei costumi, ma anche semplicemente supportare i propri cosplayers preferiti grazie ai tanti fan-club sorti sul Web. Il Cosplay finora non è stato un fenomeno statico,in Giappone ad esempio, è riuscito ad uscire dal recinto delle fiere fumettistiche, andando a sfociare in fenomeni come quello delle Gothic Lolita o dello Street Style: ovvero persone vestite con costumi particolari, non per partecipare a qualche fiera o a qualche gara, ma semplicemente perché, dopo aver decontestualizzato questo stile dai suoi canoni ordinari, lo hanno adattato alla propria vita quotidiana.

 
 

Questi fenomeni sono sbarcati recentemente anche in Italia, ad una velocità nettamente superiore rispetto a quella impiegata dal Cosplay, forse perché grazie ad esso hanno trovato delle porte già aperte, ma forse anche a causa della globalizzazione, che riesce a contaminare culture così diverse e così lontane tra loro in tempi sempre più brevi. E’ comunque importante sottolineare come il Cosplay, e le sue varianti urbane, non portino i tratti delle mode passeggere ma quelli di vere e proprie culture e sottoculture, che viaggiano ad una velocità impressionante da un continente all’altro, cambiando rapidamente e arricchendosi man mano che si incontrano con le diverse culture.

 

Quanto detto finora sicuramente non esaurisce tutto quello che ci sarebbe da dire su di un fenomeno come il Cosplay, che, come tutti i fenomeni sociali, è una sorta di materiale magmatico in continuo movimento; con gli anni questo fenomeno è cresciuto, è cambiato, è riuscito ad attrarre sempre più persone e, con il contributo di queste, si è evoluto ulteriormente riuscendo sempre a mantenere un carattere innovativo. E’ difficile, allora, prevedere quali saranno le direzioni future in cui il Cosplay si riuscirà a muovere, l’unica cosa certa è che questa cultura ha ancora molto da dire, per questo ritengo che sia ancora troppo presto per scrivere la parola fine.

 

L’articolo Cosplayer: quelli tra manga e realtà proviene da CorriereNerd.it.

CorriereNerd.it

Satyrnet, dal 1999, è un punto di riferimento per la cultura pop italiana, con focus su fumetti, cosplay, videogame, Larp, cinema ed eventi. Nasce il sito Corrierenerd.it, che rinnova il magazine digitale di Satyrnet con contenuti giornalistici professionali e creati dagli appassionati stessi. Il sito si evolve con aggiornamenti quotidiani e nove sezioni tematiche che coprono vari interessi nerd, come musica, cinema, videogiochi, letteratura, gadget, hi-tech, storie, misteri e creatività artistica nerd. L'ampia varietà di contenuti include anche sezioni dedicate agli eventi nerd e al cosplay, con approfondimenti e articoli speciali per soddisfare il pubblico geek italiano.

Add comment