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Luigi Meggiolaro, lo “Svizzero” del cosplay italiano

Luigi Meggiolaro, un vero e proprio fratello per me, è il protagonista del nostro focus odierno. Chiamato universalmente “Svizzero” perchè ha sempre avuto il pallino della puntualità, Luigi è convinto fin da quando è molto giovane che se si dà un appuntamento bisogna mantenerlo e se non si avvisa di un eventuale ritardo, allora è meglio non presentarsi affatto.

Luigi nasce troppo tempo fa, il suo mondo di infanzia gravita attorno alla televisione. Guarda solo cartoni animati per i quali sviluppa un interesse quasi morboso. L’idea di vestirsi da cartone animato, però, non gli passa nemmeno per l’anticamera del cervello. A dire il vero, però, un paio di decenni dopo inizia a seguire attivamente un musical per il cui pubblico è d’uso comune vestirsi come i personaggi sullo schermo/sul palco e creare un’interazione con loro. Un giorno Simona, donna che lo sopporta ormai da troppi anni, conoscendo questa sua passione decide di portarlo ad una fiera del fumetto a Milano in cui Luigi vede per la prima volta queste persone vestite come personaggi degli anime che ha sempre ammirato (anche se deve ammettere di averne riconosciuti molto pochi, perché i tempi cambiano e i ragazzi che partecipavano indossavano costumi di personaggi più recenti, non delle serie che guardava lui …o almeno non tutti). Dopo relativamente poco tempo Luigi e Simona decidono insieme di provare anche loro. Si dicono “ma perché non possiamo provare anche noi a realizzare un costume che ci possa piacere?” Visto che lui è fanatico da sempre di una serie anime che in Italia si intitola “Ken il guerriero”, decidono di lavorare al costume del il suo personaggio preferito:  il Sacro Imperatore di Nanto, Sauzer. E’ un successo. 

Da lì in poi assieme a Simona realizza delle cose veramente interessanti che riscuotono grande approvazione da parte di tutti. I personaggi che sceglie di interpretare vengono scelti ovviamente anche in base alla somiglianza ed all’età, quindi sono quasi tutti “paparini” o persone ormai mature. Li sceglie quasi tutti Simona, che -dice – ha gran parte del merito ed ha molto più buon gusto di lui. Quindi appare come Jecht di Final Fantasy X, Gildart di Fairy Tail, il capitano Kyōraku di Bleach che è molto simile a lui per temperamento…e molti altri. 

Rimane comunque sempre molto affascinato da chi crea da solo i propri costumi ma ritiene che, anche se completamente comprati da terzi, la cosa più importante di ogni cosplay resti comunque l’immedesimarsi nel personaggio che si sta portando sul palco se si gareggia o anche solo in giro per la fiera. Dal suo punto di vista, la grande differenza tra un bravo cosplayer e uno che indossa soltanto degli abiti si l’atteggiamento che tiene mentre indossa quei particolari panni. E’ sempre rimasto affascinato da alcune persone che ha conosciuto fin dall’inizio, per esempio i gemelli Callioni, ancora adesso ricorda le loro fantastiche esibizioni in versione balletto. 


















All’inizio Luigi partecipa a veramente tantissime fiere, poi riesce a ridurre a poche – e secondo lui fondamentali – kermesse già consolidate, pur non disdegnando quelle piccole ancora in crescita. Ha sempre trovato Interessante il fatto che ci siano persone che hanno le capacità e i mezzi per poter creare qualche cosa di livello superiore rispetto a ciò che lui ritiene di fare ancora a livello amatoriale, quindi segue con interesse il mercato gravita intorno al suo hobby. Una cosa che tiene a sottolineare è che lui si ritiene un cosplayer vecchio stampo, quindi quando interpreta un personaggio deve riuscire ad essere praticamente identico, a livello quasi maniacale, a quel personaggio. Trova gli original interessanti perché sono una libera ispirazione personale, ma non saprebbe come collocarli in una gara perché non c’è la possibilità di esprimere un giudizio obiettivo. Lo stesso vale per le libere interpretazioni tipo le versioni sexy o i genderbent: sono veramente interessanti a patto che si riesca ad essere attinenti al personaggio; se invece si finisce per snaturarlo soltanto per avere più visibilità, lo si rovina completamente. 

Crede fermamente che il mondo del suo hobby sia cambiato tantissimo in questi anni: era bello per la compagnia e soprattutto era divertente il portare sul palco un personaggio che si adorava; adesso il livello qualitativo deve essere talmente elevato che la gente, secondo lui, non è più interessata a mettersi in gioco con le esibizioni su un palco quanto invece a farsi fotografare in giro per le fiere con costumi comprati. Probabilmente è soltanto una normale evoluzione. A qualcuno volesse cominciare adesso a far cosplay vorrebbe dire semplicemente “Scegli un personaggio che ti piace un mondo e divertiti a essere lui per un giorno!”

 

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